A metà novembre, il sistema di bassa pressione “Frederico” ha attraversato il nostro Paese con velocità del vento fino a 130 km/h. Speriamo che nessuno di voi si sia avventurato nell’aria. Si spera che nessuno di voi si sia avventurato nell’aria. Tempeste e condizioni meteorologiche ventose sono particolarmente comuni nei mesi autunnali e invernali. Per le situazioni un po’ più calme ma comunque ventose, è importante che i piloti si familiarizzino e si esercitino con le tecniche di atterraggio in condizioni di vento laterale.

L’atterraggio in condizioni di vento laterale è senza dubbio un compito impegnativo. Da un lato, il vento cambia direzione e forza durante l’avvicinamento e si è costretti a fare continue correzioni per mantenere l’aeromobile sulla linea di base dell’avvicinamento; dall’altro, l’efficacia dei timoni diminuisce con il rallentamento della velocità di avvicinamento.

 

È quindi necessario utilizzare un metodo per mantenere la traiettoria di volo sul terreno lungo l’asse di avvicinamento della pista nonostante il forte vento laterale. Esistono due metodi: il metodo “slip” e il metodo “crab”. Con il metodo “crab”, l’avvicinamento viene effettuato con un angolo di vantaggio fino a poco prima del touchdown. L’aeromobile viene livellato con il timone solo immediatamente prima dell’atterraggio.

 

 

 

 

Con il metodo “slip”, si usa l’alettone per abbassare l’ala sul lato sopravvento (upwind) e contemporaneamente si applica il timone nella

direzione opposta, in modo che l’aereo non esegua una virata ma continui a volare dritto. In questo modo, si scivola contro il vento laterale con i timoni incrociati, compensando così il movimento laterale dell’aria rispetto al suolo e mantenendo l’aereo sull’asse esteso della pista. Allo stesso tempo, il timone può essere utilizzato per mantenere l’asse longitudinale dell’aereo ad angolo rispetto alla pista. Poco prima dell’atterraggio, la planata laterale viene rilasciata e l’asse longitudinale viene nuovamente allineato con la linea centrale.

 

Si consiglia di praticare questa tecnica di atterraggio particolarmente impegnativa almeno una volta all’anno con il proprio istruttore di volo (CFI). La newsletter della FAA sulla sicurezza aerea o il video dell’AOPA sono sufficienti per illustrare e fare pratica a secco. Buon atterraggio.

 

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Il 12 febbraio 2009, alle 22:16 LT, durante l’avvicinamento finale alla pista 23 dell’aeroporto internazionale di Buffalo Niagara, il Bombardier Q400 della Colgan Air è improvvisamente scomparso dallo schermo radar, causando la perdita delle 50 vite a bordo.

La successiva indagine condotta dall’NTSB ha rivelato che la risposta del pilota all’avviso di stallo è stata impropria, causando uno stallo irrecuperabile. La FAA e l’NTSB hanno espresso il timore che l’incidente del Colgan Air 3407 non fosse un caso isolato e che simili minacce mortali potessero verificarsi nel prossimo futuro. Qualche anno dopo, il mondo è stato nuovamente sconvolto da due incidenti che hanno causato la perdita dello scafo: l’A330 Air France 447 e l’A320 Air Asia 8501, che hanno causato la morte di 390 persone.

Entrambi gli incidenti presentano analogie, in quanto i piloti hanno risposto male a un avviso di stallo. Diversi incidenti, tra cui quelli avvenuti in Svizzera come il Piper PA-46 D-EMDB, il Premier 1 D-IAYL a Samedan, lo Junkers Ju-Air HB-HOT e il Piper PA-28RT-201 G-BVDH sul Passo del Sempione, hanno evidenziato la gravità del problema. Numerosi incidenti simili hanno suscitato una notevole attenzione da parte dei media e hanno costretto le autorità di regolamentazione a stabilire una tabella di marcia per affrontare questa minaccia sempre più diffusa e sconosciuta: Gli incidenti aerei seguiti da perdita di controllo in volo (LOC-I).

Negli ultimi decenni, infatti, la perdita di controllo in volo (LOC-I) è stata una delle principali cause di incidenti e inconvenienti nell’aviazione commerciale, da diporto e generale. Secondo la IATA, rappresenta il tipo di incidente con il più basso indice di sopravvivenza nella storia dell’aviazione. Riconoscendo la gravità del problema, l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO) ha inserito il LOC-I tra i rischi principali nel suo Piano globale per la sicurezza aerea per il periodo 2020-2022. Nel Piano svizzero per la sicurezza aerea 2023-2025 e nel Rapporto sulla sicurezza aerea 2022, la LOC-I e la prevenzione degli incidenti aerei sono state identificate come le aree di massima priorità. La comprensione delle cause, l’identificazione dei segnali di allarme e l’implementazione di misure preventive sono fondamentali per mitigare il potenziale di questi incidenti mortali. Il LOC-I rimane una preoccupazione significativa, che comporta rischi sia per i piloti che per i passeggeri.

Grazie alla collaborazione di diverse parti interessate, sono già state intraprese azioni significative per affrontare il problema. Ad esempio, la creazione del primo manuale ICAO, il Doc 1011 “Manual on Aeroplane Upset Prevention and Recovery Training” nel 2014, e la decisione dell’EASA di imporre l’Advanced Upset Prevention and Recovery Training (AUPRT) prima di ottenere la prima abilitazione al pilotaggio multiplo sono solo alcuni esempi.

Tuttavia, è preoccupante che la nuova serie di regole volte a mitigare la minaccia di perdita di controllo in volo per le operazioni a equipaggio multiplo non includa alcuna iniziativa per il settore dell’aviazione generale. È allarmante notare che in questo particolare settore la LOC-I rappresenta costantemente il maggior numero di vittime e di incidenti.

Definizioni di perdita di controllo e di turbativa
La LOC-I non avviene senza segnali o avvertimenti, ma è la drammatica evoluzione di un altro fenomeno chiamato “aircraft upset”. La definizione di inconveniente dell’aeromobile contenuta nella norma GM3 FCL.010 dell’EASA afferma che: “Il termine ‘aeroplane upset’ si riferisce a uno stato indesiderato dell’aeromobile caratterizzato da divergenze non intenzionali rispetto ai parametri normalmente sperimentati durante le operazioni. Inoltre, qualsiasi beccheggio superiore a +25º o -10º, qualsiasi angolo di inclinazione superiore a 45º o qualsiasi velocità impropria per la fase di volo possono essere definiti come inconvenienti dell’aeromobile.

Quando gli inconvenienti dell’aeromobile si sviluppano inosservati o sono gestiti in modo inadeguato, possono evolvere in LOC-I con conseguenze catastrofiche. Il LOC-I è stato definito dalla NASA come: “[…] un allontanamento significativo e non intenzionale dell’aeromobile dal volo controllato, dall’inviluppo di volo operativo o dagli atteggiamenti di volo abituali, compresi gli eventi a terra”. “Significativo” implica un evento che si traduce in un incidente o in un inconveniente”. Questa definizione esclude le esplosioni catastrofiche, il CFIT, le collisioni in pista, la perdita completa di spinta che non comporta la perdita di controllo e qualsiasi altro scenario di incidente in cui l’equipaggio ha mantenuto il controllo. Questo include la perdita di controllo dovuta alla progettazione dell’aeromobile, al suo malfunzionamento, alle prestazioni umane e ad altre cause”. La IATA definisce semplicemente il LOC-I come “[…] incidenti in cui l’equipaggio non è stato in grado di mantenere il controllo dell’aeromobile in volo, con conseguente deviazione irrecuperabile dalla traiettoria di volo prevista”.

Cosa si può fare?
Gli incidenti aerei e i LOC-I possono essere prevenuti, riconosciuti e risolti. La prevenzione è l’aspetto più importante per affrontare questo problema. È stato dimostrato che la sola sensibilizzazione attraverso seminari teorici non è sufficiente a prevenire questi incidenti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che tali seminari non espongono i piloti agli effetti psicologici e fisici degli eventi stressanti e sconvolgenti associati a sconvolgimenti e LOC-I.

Le autorità di regolamentazione, le agenzie per la sicurezza e le scuole di volo devono mantenere un alto livello di vigilanza e promuovere un addestramento pratico che si concentri sulla gestione efficace dei vari inconvenienti dell’aeromobile e del LOC-I in un ambiente sicuro. L’addestramento pratico è fondamentale per preparare i piloti a gestire queste situazioni con sicurezza e abilità. I piloti devono affrontare questo problema con estremo rispetto e non sottovalutare la possibilità che un’avaria sviluppata o, peggio ancora, un LOC-I possano accadere a loro.

Come raggiungere l’obiettivo
L’addestramento è ampiamente considerato la migliore linea di difesa contro gli incidenti da perdita di controllo in volo (LOC-I) e gli “inconvenienti dell’aereo”. Grazie all’esperienza acquisita con più di 50 corsi pratici tenuti ogni anno, diverse decine di ore all’anno dedicate a seminari sull’argomento e simulazioni per piloti di linea su Airbus 320, sono stato in grado di elaborare un approccio sviluppato in diverse fasi:

Fase 1: Aumento della consapevolezza
I programmi di addestramento completi educano i piloti sulle cause, i sintomi e i segnali di allarme di LOC-I e degli incidenti aerei. Aumentando la consapevolezza e fornendo le conoscenze necessarie, i piloti sono meglio equipaggiati per riconoscere i rischi potenziali e adottare misure proattive per prevenirli.

Fase 2: prevenzione
Un addestramento efficace sottolinea l’importanza delle azioni preventive e della gestione del rischio. I piloti apprendono le strategie per mantenere parametri di volo sicuri, gestire gli stati energetici e prendere decisioni informate per evitare situazioni che possono portare ad anomalie. Concentrandosi sulla prevenzione, l’addestramento mira a eliminare o a ridurre al minimo la probabilità di incidenti LOC-I.

Fase 3: Tecniche di gestione e recupero
I programmi di addestramento forniscono ai piloti le competenze e le tecniche necessarie per gestire gli inconvenienti ed eseguire procedure di recupero efficaci. Ciò include la comprensione dell’aerodinamica, dei sistemi di controllo del volo e l’utilizzo di input di controllo appropriati per riprendere e mantenere il controllo dell’aeromobile. Esercitandosi con queste tecniche in scenari simulati, i piloti acquisiscono fiducia e competenza nel recupero dagli inconvenienti.

Fase 4: Gestione dello stress e resilienza
I programmi di addestramento spesso incorporano tecniche di gestione dello stress e fattori psicologici che possono influenzare le prestazioni dei piloti in situazioni di forte stress. Affrontando i fattori di stress e fornendo meccanismi di coping, l’addestramento aiuta i piloti a mantenere una mentalità calma e concentrata, consentendo loro di rispondere efficacemente agli imprevisti senza cedere al panico o allo stress eccessivo.

In sintesi, l’addestramento è la migliore linea di difesa contro gli incidenti LOC-I e gli inconvenienti dell’aeromobile, grazie alla sensibilizzazione, alla promozione della prevenzione, all’insegnamento di tecniche di gestione e recupero adeguate e alla gestione dello stress. Investendo in solidi programmi di formazione, le parti interessate all’aviazione possono ridurre significativamente i rischi associati agli incidenti LOC-I, garantendo in ultima analisi cieli più sicuri per tutti.

Limitazioni
Un valido programma di addestramento deve prevedere istruttori di comprovata esperienza e velivoli idonei in grado di effettuare voli acrobatici, pur mantenendo tutte le caratteristiche dei velivoli normali o di servizio. Va notato che l’addestramento iniziale rimane fondamentale, ma la sua efficacia si affievolisce rapidamente e deve essere ripreso con ripetizioni temporizzate.

Conclusioni
Gli incidenti aerei e il LOC-I rappresentano il rischio più elevato per l’aviazione a qualsiasi livello. Colpisce i piloti con qualsiasi esperienza e indipendentemente dalle operazioni e dal tipo di aeromobile pilotato. Se da un lato è stata intrapresa un’iniziativa positiva grazie all’Advanced Upset Prevention and Recovery Training dell’EASA, dall’altro va sottolineato che questo importante strumento è obbligatorio solo per la prima abilitazione multi-pilota e per l’addestramento ricorrente nel settore del trasporto aereo commerciale. I piloti dell’aviazione generale e del tempo libero non hanno beneficiato di queste azioni correttive, lasciando ai singoli la responsabilità di accedere alla formazione specifica e di migliorare le proprie competenze. I cieli appartengono a tutti i piloti e tutti i piloti dovrebbero beneficiare degli stessi strumenti per rendere i loro voli più sicuri.

Andrea Salomoni
Responsabile della formazione
Wings Level GmbH

Nei prossimi giorni, dopo una rinfrescata quasi autunnale, potremo di nuovo godere del bellissimo e talvolta caldo clima estivo. Soprattutto quando nel cockpit si formano gocce di sudore a causa del caldo e le temperature superano i 30 gradi, ogni pilota dovrebbe fermarsi un attimo prima di volare e considerare alcuni punti importanti per volare in estate. Come già detto più volte, l’altitudine di densità deve essere calcolata soprattutto in estate e alle alte temperature. Oggi, tuttavia, ci dedichiamo all’argomento “Retro della curva di potenza”.

Un angolo di attacco troppo elevato durante o dopo il decollo aumenta inevitabilmente la resistenza aerodinamica indotta. Nella cosiddetta parte posteriore della curva di potenza, questo riduce l’eccesso di potenza, che può rendere impossibile una salita iniziale sicura se la velocità è troppo bassa.

Nelle giornate calde, la potenza in eccesso disponibile per la salita è minore e la distanza di decollo è maggiore. Pertanto, è estremamente importante seguire le velocità, le procedure e i calcoli delle prestazioni secondo l’AFM. Per raggiungere la velocità di salita può essere necessaria un’accelerazione in effetto suolo. I principi teorici sull’argomento si trovano nel Manuale di volo dell’aeroplano della FAA a partire da pagina 6-10 nel capitolo 6 Decolli e salite in partenza. Si raccomandano anche esercizi come il volo lento e la ripetizione delle procedure AFM per il decollo, l’atterraggio e il go-around.

Video delle lezioni apprese nella comunità GA dell’EASA: perdita di controllo sul lato posteriore della curva di potenza

Una nuova generazione di droni che supera la precedente in termini di peso e prestazioni è ora disponibile sul mercato. Questo progresso tecnologico è impressionante. Tuttavia, con velocità fino a 140 km/h, i nuovi droni hanno capacità di volo che possono portare a seri problemi, se in mani sbagliate o non addestrate.

Concretamente, ad esempio, a circa 40 metri al secondo, un tale drone impiega poco meno di cinque secondi per diventare invisibile al pilota. Anche i piloti di droni con anni di esperienza alle spalle raggiungono i loro limiti a queste velocità di volo.

Malgrado siano disponibili i cosiddetti controller di movimento, la manipolazione deve essere allenata. I piloti sperimentali considerano questo radiocomando come poco familiare e, secondo la loro valutazione, significativamente meno preciso dei normali comandi del drone. Questo comporta un rischio significativo di “perdita di controllo in volo”, soprattutto per i piloti inesperti.

Ecco alcuni video di esempio:

Vi consigliamo quindi di prestare particolare attenzione ai droni di ultima generazione e vi ringraziamo per l’osservanza delle regole e per la responsabilità che dimostrerete.

Dopo un Touch and Go su RWY07, un C172 sta lottando per guadagnare quota. Allo stesso tempo il pilota è costretto a girare a sinistra a causa di ostacoli. Poi improvvisamente perde il controllo del suo Cessna e si schianta.  Guardate questo video (in inglese) e prendete coscienza ancora una volta dell’importanza della curva di potenza/resistenza.

 

Le lezioni più importanti sono:

  • Calcolate sempre la potenza di decollo, soprattutto quando si tratta di eliminare gli ostacoli…
  • Sappiate che ogni volta che decollate passate da questa zona posteriore

Naturalmente ci sono altre lezioni che potete imparare da questo. Diteci quali e condivideteli con noi su staysafe@bazl.admin.ch ?

 

Ci spiace, ma questo articolo è disponibile soltanto in Tedesco e Francese.

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